Il Santuario
La facciata tripartita, realizzata a mattoncini, è arricchita da due dipinti che illustrano l’apparizione della Vergine.
Il PORTALE in pietra è decorato con elementi zoomorfi nel tipico stile rinascimentale. Su di esso è presente un’epigrafe in latino che informa che la chiesa fu edificata nel 1592 dalla Confraternita del Rosario, anche se diversi rifacimenti si sono succeduti nei secoli, l’ultimo dei quali è datato al 1810.
All’ingresso, su un’ACQUASANTIERA risalente al XVII secolo, si trova, incastonata nel muro, la Croce delle Indulgenze concessa da Papa Leone XIII nel 1901.
Sulla destra, in corrispondenza del fonte battesimale recante incisa la data 1622, è posto un suggestivo CROCIFISSO LIGNEO risalente al 1700
L’interno
L’INTERNO, a navata unica con cappelle laterali, è riccamente decorato con stucchi barocchi e ospita numerosi e pregiati DIPINTI, che rappresentano momenti della vita della Vergine: fin dall’infanzia, raffigurata bambina con i genitori, i Santi Gioacchino ed Anna, nella Cappella della Concezione, alla sinistra dell’altare, dove si trova anche una statua di Sant’Anna e, di fianco, una tela raffigurante la Natività del Signore.
La ZONA PRESBITERIALE è sopraelevata di un gradino ed in essa trova posto un bell’altare in marmo, sul quale un delicato bassorilievo ritrae la scena dell’apparizione, con l’EFFIGE
DORATA della Madonna circondata da fronde e da figure angeliche.
Nel Settecento, altri lavori portarono al prolungamento del CORO e all’aggiunta dell’orchestra e dell’ORGANO. Al di sopra, probabilmente derivante dal restauro del 1926, è posto lo stemma comunale, con la testa di un moro che si staglia sui tre colli di Canzano: Civetta, Castellano e San Salvatore.
Durante le fasi di completamento, nella chiesa furono documentati molti eventi soprannaturali.
La contrada
del Perdono
Nel XVIII secolo, nelle relazioni del pievano e del Sindaco dell’epoca, conservate all’Archivio Diocesano, si scrive che, al termine dei lavori di ampliamento del Santuario, “Si udì suonare da sé l’organo con stupore di quanti entravano a far orazione…ad altri parendo il sussurro di uno sciame d’api, ad altri il suono di una sola canna dell’organo che si accordasse …o, ai più devoti, un’armonia come d’uno esperto Maestro di Cappella”.
Contemporaneamente a tali eventi, nella CONTRADA DEL PERDONO, così denominata a seguito dell’apparizione, da un albero grande e maestoso cresciuto su quello della prima manifestazione della Vergine, prese a sgorgare un “oglio resinoso odorifero”, che veniva raccolto in caraffe e distribuito ai fedeli che giungevano dall’intero Abruzzo a chiedere grazie.
Nel documento è descritta la guarigione di una giovane cieca muta proveniente dall’area del Gran Sasso. Molti altri miracoli operò la Vergine secondo i racconti tramandati, ma la loro evidenza storica è andata purtroppo perduta. Nel 2019 la chiesa è stata dichiarata Santuario Diocesano.